Ingresso
ALDO MARCENARO

Il collezionista

La donazione proviene da un collezionista genovese, Aldo Marcenaro (6.4.1931

29.8.2011), professore dell'Ospedale S. Martino di Genova, grande appassionato d'arte e soprattutto di porcellane di Meissen. Dopo la sua dipartita, il professore ha voluto lasciare le preziose ceramiche alla Fondazione COE, affinché fossero esposte al pubblico. Del museo, che aveva visitato e di cui possedeva i cataloghi, sosteneva dire che era ben organizzato e molto in ordine, e forse proprio per la sua perizia nel cercare le cose belle, scelse il museo della ceramica Gianetti di Saronno come luogo di custodia del suo piccolo tesoro.

Gli amici di lui raccontano che amava raccontare e insegnare la bellezza della porcellana e della sua storia, di cui conosceva segreti, aneddoti e curiosità che raccontava con dovizia di particolari, e che narrava con tale passione da riuscire a coinvolgere anche loro nell'apprezzare questa forma d'arte. In particolare, e forse questo lo faceva sentire vicino a Giuseppe Gianetti, amava le porcellane di Meissen e la Germania, di cui conosceva molto bene il territorio, la cultura e ta lingua. Il professor Marcenaro coglieva ogni buona occasione per acquistare qualche pezzo che riteneva interessante, da antiquari rinomati non solo liguri, per arricchire la sua collezione di cui era fiero, e che oggi è esposta in museo insieme alla collezione Gianetti.

La collezione

La collezione è composta da un buon nucleo di porcellane di Meissen: alcune tazze per il tè e caffè con decoro orientale e con scene di porto, un portatè dipinto a piccoli frutti ed uno all'orientale, una teiera con decoro floreale raffinatissima e una caffettiera con dipinti dei minuziosi volatili su un ramo; e ancora un piatto con il decoro orientale Kakiemon detto "della tigre", una grande ciotola con fiori e piccoli insetti e un vassoietto ottagonale di pregevole fattura. Per quanto amasse molto la porcellana il professor Marcenaro non si escluse il gusto per qualche maiolica, materiale di grande tradizione in Liguria. Alcuni piatti provenienti dalla Francia e dall'Olanda, in particolare un piatto di Delft della fine del Seicento, e altri due oggetti interessanti: un bacile da barba in bianco blu italiano o francese ancora da attribuire, e una veilleuse, ovvero un piccolo scaldatisane che si teneva sul comodino anche per fare luce di notte con un bel decoro alla rosa attribuibile alla manifattura di Monte Milone (oggi Pollenza) vicino Macerata.

 

L'allestimento è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione del Varesotto onlus.

I percorsi OpenMuseum sono stati realizzati con il contributo di Regione Lombardia.